Pordenone Fiere organizza la Fiera della Birra Artigianale - Pordenone Beer Show
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Pordenone Fiere S.p.A.
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La Villana: novità del 2018 per Pordenone, dalla provincia di Padova arriva La Villana. Birrificio con annesso ristorante e pizzeria ricavato da una vecchia Villa di campagna, vanta una decina di birre a listino sia ad alta che a bassa fermentazione, toccando anche gli stili meno battuti - come Kolsch e Vienna. La fioosofia di lavoro del birraio Marco sta nella propensione alla sperimentazione, ma con la volontà di non stravolgere gli stili consolidati: un giusto connubio tra fedeltà alla tradizione e interpretazione personale dell'artigiano.
Birrificio di Radda in Chianti di recente apertura, ha colto la sfida di produrre birra in una terra nota per il vino: “Non è una provocazione, ma un modo alternativo di gurdare il territorio”, affermano i birrai Stefano, Giulio e Marco. In omaggio alla Toscana da cui provengono, le loro birre hanno nomi ispirati a versi danteschi: la golden ale Villana, la california common La Serpe, la strong ale La Bestemmia, la witbier La Vergine, e la stout La Selva.
Battezzata con il nome del celebre quartiere praghese di Mala Strana, torna a Pordenone questa birra ceca già apprezzata dagli avventori della Fiera. Si va dalla Original Pils – la classica pils boema, dal corpo ricco di cereale e la chiusura morbida ma intensa data dal luppolo Zatec – alla Zelene – birra verde pressoché sconosciuta in Italia ma anch’essa propria della tradizione ceca, con l’aggiunta di clorofilla – alla scura, dai tipici aromi e sapori di malti tostati. Ma si spazia anche al di fuori della tradizione boema: è il caso ad esempio della ipa Flying Cloud, che sposa i malti cechi con luppoli sia americani che continentali.
Marchio belga noto per le sue birre senza zucchero – al contrario di molti birrifici che lo utilizzano per la rifermentazione in bottiglia o per conferire particolari caratteristiche organolettiche – e senza glutine, affonda le sue radici nel 1842. Caulier offre due linee di birra – la tradizionale e la “28”. Nella prima troviamo i classici della storia brassicola belga, come la Tripel la bionda e la bruna, anche in versione senza glutine; caratterizzate appunto dall’essere meno dolci delle tradizionali birre belghe, e a più basso contenuto di carboidrati. La linea “28” annovera invece anche birre che escono dalla stretta tradizione belga, dando più spazio alla fantasia: da segnalare in particolare la White Oak Ipa, maturata in botti di quercia prima della rifermentazione in bottiglia, e caratterizzata dai profumi agrumati del luppolo Galaxy e dagli aromi di Kumquat; la Brett, dai caratteristici aromi e sapori aciduli dati dal lievito Brettanomyces; e la Imperial Stout, che vanta l’aggiunta di malti affumicati, peperoncino chipotle e caffè di miscela robusta. «Le nostre birre sono così ricche in quanto a sapore da essere una sorpresa per birre così leggere – affermano dall’azienda – e contengono fino al 30% in meno di calorie rispetto a prodotti omologhi. È il risultato della nostra passione e del nostro metodo di lavorazione segreto». Non resta che venire a scoprirlo.
Scheda: Come dice il nome stesso, questo birrificio gioca in casa: Birra di Naon ha infatti sede a Pordenone, e del territorio di Pordenone vuole essere espressione. Per questo Paolo, nell’elaborare le sue ricette, presta particolare attenzione ai prodotti locali: dal malto e luppolo friulano per la common lager Medunia e la pale ale Ambria, al mais cinquantino per la blonde ale Cinquantino, all’orzo torrefatto veneto e cumino e grano saraceno friulani per la american brown ale Blecs. Birre elaborate e peculiari – basti citare i toni balsamici della Blecs -, pensate per abbinarsi anche alle specialità gastronomiche locali.
Birra San Biagio: arriva da Nocera Umbra questo bhirrificio che coniuga arte brassicola e Storia, avendo sede - come il nome stesso fa capire - nel medievale monastero di San Biagio. Una quindicina d'anni fa è partito, pioniere in regione, questo progetto che ha portato ad avere oggi un'azienda agrituristica certificata biologica; dove, sotto la guida del mastro birraio Giovanni Rodolfi, prendono forma anche le creazioni ispirate in primo luogo alla tradizione brassicola dei monasteri. Su tutti quelli trappisti, come nel caso della strong ale Ambar - medaglia d'oro al Mondial de la Bière a Strasburgo nel 2011 -; e belgi in generale - come la Monasta, caratterizzata anche dall'utilizzo dell'alloro. Il repertorio spazia comunque anche all'interno della scuola tedesca, come per la weizen Verbum e la pilsner Gaudens.
Birrificio Forum Julii con GRANA 40 - Grana 40: nato come beerfirm con una linea di birre caratterizzate nel nome dal tema del mare, Grana 40 si è ora totalmente rinnovato facendo diventare realtà il sogno di uno stabilimento di produzione in quel di Cividale del Friuli, utilizzando in gran parte materie prime di propria coltivazione ed applicando le più moderne tecnologie di produzione. Cinque le birre in repertorio, che uniscono gli stili tradizionali alla sperimentazione: si va dalla Ippils, che alla classica base propria delle pils ceche unisce i toni citrici dei luppoli sloveni; alla Mar Giallo, una birra bionda di ispirazione americana caratterizzata dall'utilizzo di luppolo giapponese; alla Mar Nero, birra nera tra i fiori all'occhiello del birrificio, dall'aroma complesso che spazia dal caffè, al cioccolato, alla liquirizia, al tostato, finanche al citrico dato dalla luppolatura che ricorda il chinotto.
Birrificio friulano di recente apertura, è stato battezzato in virtù del soprannome della famiglia del mastro birraio, Giuseppe Ciutto. Sono sette le ricette elaborate, tutte pensate per una bevuta semplice ed informale: tra queste la portabandiera è la kölsch - che prende infatti il nome di Basei -, rivisitazione del classico stile di Colonia, con un aroma assai più delicato. La più peculiare tra tutte è però la american wheat Aguiar, dall'aroma floreale che sovrasta la componente di cereale, con una nota citrica data dall’utilizzo di bucce di limone. La forza del birrificio sta anche nella squadra, essendo sei i soci che vi hanno dato vita: «Sono consapevole che aprire un birrificio artigianale oggi non è semplice – ha affermato Giuseppe – e infatti mi sono rivolto a persone che potessero aiutarmi a vendere la birra, oltre che a farla, e a gestire un’azienda. Abbiamo studiato la grafica delle etichette, la forma da dare alle bottiglie, investito sulla tecnologia per il controllo della qualità: certo a guidarmi è la passione prima di tutto, ma da solo non potrei farcela».
Birrificio di Silea aperto nel 2008, prende ispirazione dal capoluogo della Marca nel battezzare le sue birre. A Pordenone troverete infatti la pils "Piazza dei Signori", lo storico "salotto" della città; la American Pale Ale "Holies Forties", inglesizzazione di Porta Santi Quaranta, dove le truppe americane si imposero su quelle tedesche alla fine della Seconda guerra mondiale; la porter Porta Calvi; e molto altro ancora, sempre nella stessa filosofia.
Nato nel 1999 come brewpub a Bresso, piccola cittadina alle porte di Milano, e servendo birra soltanto nel locale stesso, negli anni è cresciuto fino ad avviare il nuovo stabilimento di Cogliate e distribuire in bottiglia. "Fin dall’inizio la nostra attenzione è stata rivolta alla qualità e alla purezza delle materie prima utilizzate - raccontano dal birrificio - tanto che siamo stati il primo birrificio italiano a produrre biologico". L'offerta è ampia, e spazia attraverso diversi stili, con un occhio di riguardo comunque per le basse fermentazioni e gli stili tedeschi: dalla Helles, alla Weizen, alla lager rossa ispirata alle "vecchie rosse italiane", fino alla "Milano Ice Beer" - prodotta come da tradizione a bassissime temperature, fino a qualche particolarità come la "Sandalmazi" con miele e zenzero.
Se H2O è la formula chimica dell’acqua, B2O può stare ad indicare la birra: di qui il nome del birrificio B2O, aperto nel 2014 a Bibione da Gianluca Feruglio ed ora trasferitosi nell’Oasi naturale della Brussa, tra Bibione e Caorle, territorio di cui vuol essere espressione e dove ha ora avviato un'azienda agrituristica. La decina di birre prodotte, tra fisse e stagionali, sono un curioso insieme di tradizione e sperimentazione, mantenendo sempre un forte legame con la terra: è il caso ad esempio della B-Fresh, blonde ale allo zenzero biologico prodotto nelle campagne venete, e della blanche Terra, aromatizzata con arance biologiche dalla Sicilia - entrambe premiate ai Beer Awards 2017 con 4 stelle su 5, segnando il debutto internazionale del birrificio. Da segnalare infine una novità degli ultimi mesi, la Grodziskie - tradizionale birra polacca di frumento affumicato, stile assai raro da trovare in Italia.
BAV: nato nel 2010, il Birrificio Artigianale Veneziano afferma di voler "creare birre che rispettino le tradizioni produttive, ma che abbiano al tempo stesso una propria identità, una propria personalità". Ad oggi sono sette le birre fisse, più le stagionali; e buona parte di queste hanno ottenuto riconoscimenti di rilievo. Tra queste citiamo la oatmeal stout Dingo, "Grande Birra" Slow Food nel 2016; la scotch ale Furia, Birra dell'anno per la sua categoria nel 2016; la bitter Lump e la pilsner Miss P, birre dell'anno nelle rispettive categorie nel 2013; e la ipa Strike, Birra Quotidiana Slow Food nel 2016. Per le stagionali vi consigliamo di rivolgervi direttamente al bancone: sicuramente sapranno consigliarvi al meglio!
Maenhout Brouwerij - fiandre occidentali: fondato nel 2009 da Thijs Maenhout e Birgit De Rammelaere nello stabilimento di quella che era stata una fabbrica di dadi per brodo, questo piccolo birrificio artigianale delle Fiandre fonde la lunga e consolidata tradizione del Belgio con tocchi più "esotici": si va infatti dalla tripel Koeketiene, portabandiera del birrificio, che ai toni dolci e fruttati tipici dello stile accosta però un finale più amaro a beneficio della bevuta; alla quadrupel Ferre; alla blonde Blinde Mol; fino alla Hoppa Hontas, una ipa che già dal nome strizza l'occhio alla tradizione birraria americana e alle note luppolate del Nuovo Mondo.
Aperto nel 2004 da Manno Olivier dopo un'esperienza di 12 anni nel settore, ha avuto la sua prima sede all'interno di un vecchio mulino nei pressi di Amsterdam - da cui il nome e il logo; e nel tempo ha visto il team estendersi fino a una ventina di persone. Oggi questo birrificio è assai noto tra gli appassionati in tutto il mondo - nel 2017 è arrivato ad esportare verso 30 Paesi in 50% dei 10.000 ettolitri prodotti -, e si distingue per le numerose interpretazioni sperimentali degli stili tradizionali. La lista di birre prodotte è amplissima e variabile nel tempo, e copre un'altrettanto vasta gamma di tipologie: il nostro suggerimento non può quindi che essere quello di recarsi allo stand per chiedere che cosa offre la casa!
Pioniere della birra artigianale in Puglia, il Birrificio Svevo ha visto la luce nel 2002 per opera di Vito Lisco. Dal piccolo laboratorio del centro storico di Bari si è ora trasferito nel più grande impianto di Modugno, che consente una produzione di 500 ettolitri annui a copertura principalmente degli stili britannici e belgi: dalla blonde ale Germana, alla tripel Fortemalto, alla porter Imperium. Innovativa la linea pub, improntata ad una grafica più giovanile e in formato 0,33 a beneficio di una più facile beva: dalla pale ale Nuova Galassia, alla ipa Ex 98, alla double ipa Classe Roma.
Scheda: Come dice il nome stesso, questo birrificio gioca in casa: Birra di Naon ha infatti sede a Pordenone, e del territorio di Pordenone vuole essere espressione. Per questo Paolo, nell’elaborare le sue ricette, presta particolare attenzione ai prodotti locali: dal malto e luppolo friulano per la common lager Medunia e la pale ale Ambria, al mais cinquantino per la blonde ale Cinquantino, all’orzo torrefatto veneto e cumino e grano saraceno friulani per la american brown ale Blecs. Birre elaborate e peculiari – basti citare i toni balsamici della Blecs -, pensate per abbinarsi anche alle specialità gastronomiche locali.
Birrificio di Hebden Bridge, nella contea inglese del West Yorkshire, Vocation Brewery fa dell'utilizzo peculiare del luppolo il suo elemento distintivo. Oltre ad una lunga serie di apa ed ipa, gli stili che più si prestano a sperimentazioni in questo senso, nascono così anche produzioni più originali: come la Vienna Pale - che unisce in una ale la tradizionale maltatura della lager tedesca ad una luppolatura americana con Simcoe, Amarillo e Citra -; o la Yakima Pilsner, questa volta una bassa fermentazione come da tradizione ceca, ma con luppoli americani della Yakima Valley. Un birrificio che susciterà sicuramente l'interesse degli sperimentatori e degli amanti delle lattine, dato che è su questo formato - oltre che su fusti e cask - che Vocation punta.
A MINE OF BEER: beerfirm inaugurato nel 2017, "A mine of Beer" si rifà alla storia mineraria della località sarda di Bacu Abis, nei pressi di Carbonia: di qui anche la grafica - che, con i suoi vagoni colmi di birra, richiama il mondo delle miniere - e la scelta dei nomi delle birre - ispirati a tre dei cinque pozzi da cui veniva estratto il carbone. Sono così nate le prime tre birre - la golden ale Emil, la pacific ipa Roth e la oatmeal brown porter Cast -, dedicate rispettivamente a pozzo Emilio, pozzo Roth e pozzo Castoldi. Nel giugno del 2018 si è aggiunta la Bakù, una fresca blanche allo zenzero da 4,5°. Pordenone è una delle prime occasioni per bere queste birre "in continente", in quanto fino a settembre 2018 A Mine of Beer ha lavorato unicamente a somministrazione diretta.
KAMENICE: erede di una lunga tradizione birraria radicata in questa zona della Repubblica Ceca sin dal XV secolo, nonché di un birrificio che ha chiuso i battenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale dopo un secolo di attività, il birrificio Kamenice dell'omonima cittadina è rinato nella sua configurazione attuale nel 2017. Oltre al birrificio propriamente detto, con una capacità produttiva massima di 10.000 hl annui, è stato aperto un microbirrificio riservato a cotte sperimentali e produzioni di nicchia - generalmente degustabili solo in loco: e da questo provengono anche alcune delle sei birre che arriveranno alla spina a Pordenone, tutte non filtrate e non pastorizzate. Per quanto la maggior parte si rifacciano alla tradizione delle lager ceche nelle varie declinazioni, pils in particolare, non mancano "incursioni" in altri stili birrari: il listino conta infatti una bock - di cui sarà disponibile la cotta prodotta nel microbirrificio -, una pale ale con luppoli neozelandesi, una ipa, e molte altre ancora - disponibili in bottiglia.
Tra i pionieri per antonomasia della birra artigianale in Italia, il birrificio aperto nel 1996 dal vulcanico Teo Musso è oggi diventato una realtà variegatissima: ne è simbolo il nuovo birrificio inaugurato due anni fa per il ventennale, che su una superficie di oltre 73.000 metri quadrati costituisce un autentico "parco della birra artigianale italiana" improntato all'innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale. Numerosissime le etichette a disposizione, dagli stili classici fino alle barricate - celeberrima la Xyauyu, nelle varie versioni: il suggerimento è quindi quello di farsi una chiacchierata direttamente con gli addetti allo stand non solo per farsi consigliare tra ciò che è a disposizione sia alla spina che in bottiglia, ma anche per farsi raccontare qualcosa di più su quello che negli anni è diventato un vero e proprio "mondo Baladin".
Si definisce "una sartoria della birra": di qui il nome dell'agribirrificio Couture, che fa dell'utilizzo del malto proveniente da suoi campi d'orzo biologico la propria cifra distintiva. L'ispirazione e varia, e spazia attraverso tutte le tradizioni birrarie: si va dalla Vogue Helles Bio – classica birra chiara tedesca in stile -, alla Vienna, alla Weizen, alla Balnche, alla Porter; fino alle originali "Mr & Ms Icon", due pale ale "gemelle" pensate l'una per il pubblico maschile – con toni più acri di agrume e frutta tropicale – e l'altra per il pubblico femminile – con note fruttate e floreali più delicate.
Noto birrificio tedesco fondato nel 1712, Kitzmann in oltre tre secoli di storia ha elaborato ed affinato una vasta gamma di referenze che hanno ottenuto numerosi premi anche a livello internazionale. Il suggerimento è comunque quello di rimanere sui classici: la Helles, classica e semplice bionda a bassa fermentazione; la Keller, fresca e dalla leggera torbidità; e la Weissbier, tradizionale birra di frumento, dai caratteristici aromi di banana, frutta matura e spezie.
Manto Bianco: birrificio di Quarto d'Altino di recente apertura, conta otto birre che coprono tutte le principali tradizioni brassicole: dalla blanche Biancospino - che, grazie al connubio tra pepe di sichuan, arancia dolce e bergamotto, esibisce un aroma che ricorda questo fiore - alla american ipa Filigrana - dagli intensi profumi agrumati e di frutta, con ricordi di fiori d'arancio. Notevole la dose di creatività posta dai birrai, formati all'Accademia Dieffe di Padova.
Jeb: Storicamente, contrariamente a quanto si possa credere, le donne hanno smepre rivestito un ruolo importante nella produzione della birra: e lo sa bene Chiara Baù, tra le pioniere in Italia nel settore dei microbirrifici. A Trivero (Biella), facendo tesoro dell’acqua di sorgente che sgorga a 100 metri d’altitudine, Chiara porta avanti la sua attività dal 2008, con un occhio di riguardo anche per le materie prime di origine italiana e gli abbinamenti gastronomici con produzioni locali. Una dozzina le birre in repertorio tutte ad alta fermentazione, da quelle più classiche – come la Bionda e la Rossa – alle specialità: tra queste merita una segnalazione la Maya, blonde ale al miele di montagna – di norma rododendro, ma può variare a seconda di ciò che la stagione offre –, dolce ma non stucchevole grazie alle note balsamiche che caratterizzano i mieli di queste zone. Dalla birra nasce poi la gelatina con cui accompagnare carni e formaggi, anch’essa disponibile al banco del Jeb.
Birrificio Menaresta con Birra Store - New entry di spessore a Pordenone è questo birrificio nato nel 2007 in Brianza, dall’iniziativa di Enrico Dosoli – iniziato alla cultura birraria dall’amico belga Dirk, e formatosi alla facoltà di Agraria di Milano – e Marco Rubelli, a cui si è aggiunto il tecnologo alimentare Marco Valeriani nella creazione delle prime ricette. Ricette che, nel giro di un decennio, sono diventate numerosissime: si va dalle classiche – come la golden ale Bévera, la blanche Scighera, la stout con grano saraceno e avena Pan-Negar, e la brown ale con “cioccolato” di carruba Dirk – alle speciali – come la rauch Fumata Bianca e la black ipa 2 di picche – alle stagionali – tra cui la Gabiana, tripel alle castagne – finanche alle acide e barricate – il lambic Birra Madre, la saison brettata Panigada, la sour ale maturata in botti di nebbiolo Roots in wine, ed altre autentiche chicche. Numerosi anche i riconoscimenti ottenuti, tra cui il primo premio di categoria a Birra dell’Anno per la diuble ipa La Verguenza.
Birrificio degli Ostuni: una storia che ha dell’affascinante quella dei fratelli Ostuni, Matteo e Giuseppe, che nel 2014 trasformano un vecchio cinema in disuso di Poggiorsini (Bari) in un birrificio artigianale. Puntando sulla filiera corta e sull’alta qualità per quanto riguarda le materie prime – dalle spezie coltivate biologicamente nella Murgia barese, all’acqua della locale sorgente – sono arrivati ad una produzione sì limitata ma apprezzata dagli intenditori, che vede attualmente cinque birre a listino. Tra queste segnaliamo la Pils Controra – interpretazione “di carattere” del noto stile centroeuropeo, date le ricche note di erbe e spezie al naso e la complessità della componente maltata al palato –, che si è guadagnata il titolo di Birra Quotidiana per la Guida alle Birre d'Italia di Slow Food 2019; e la saison Comare – caratterizzata dalle spezie ed aromi di Murgia –, che è stata invece insignita del titolo di Birra Slow nella stessa Guida.
Nato nel 1999 come brewpub a Bresso, piccola cittadina alle porte di Milano, e servendo birra soltanto nel locale stesso, negli anni è cresciuto fino ad avviare il nuovo stabilimento di Cogliate e distribuire in bottiglia. "Fin dall’inizio la nostra attenzione è stata rivolta alla qualità e alla purezza delle materie prima utilizzate - raccontano dal birrificio - tanto che siamo stati il primo birrificio italiano a produrre biologico". L'offerta è ampia, e spazia attraverso diversi stili, con un occhio di riguardo comunque per le basse fermentazioni e gli stili tedeschi: dalla Helles, alla Weizen, alla lager rossa ispirata alle "vecchie rosse italiane", fino alla "Milano Ice Beer" - prodotta come da tradizione a bassissime temperature, fino a qualche particolarità come la "Sandalmazi" con miele e zenzero.
Noi amiamo definirci non Barber Company, ma “The Barber Family”. Family perché chi entra nel nostro laboratorio di persone intente a costruire un futuro migliore deve avere dei valori in comune con noi: deve avere una visione del proprio futuro in grande, altrimenti farà molta fatica a sentirsi uno di noi. Io credo che se non ci credi prima tu in te stesso, nessun altro lo potrà fare. Noi vogliamo il meglio sopratutto per chi entra nei nostri Barber e per darlo, noi stessi dobbiamo pretendere il meglio da noi. Ma se vogliamo definirci con una semplice parola direi che, prima di tutto, NON SIAMO parrucchieri o coiffeur o altri nomi simili: ci devi chiamare semplicemente BARBIERI. Questa parola racchiude tutto ciò in cui crediamo e vogliamo prima essere e poi trasmettere.
Siamo una azienda dinamica e flessibile, con esperienza ventennale nel settore della tecnologia laser applicata, in modo particolare ci occupiamo di incisioni e marchiature mediante la concentrazione di luce laser. l nostro servizio si propone a tutte le aziende che hanno la necessità di marchiare in modo indelebile la superficie di oggetti, strumenti, materiali, particolari meccanici ecc. con loghi aziendali o quant' altro possa essere di aiuto per una corretta rintracciabilità e garanzia dei propri prodotti.